lunedì 14 giugno 2010

Scotch - carta per fissare un punto

Avevo bisogno di svuotare la testa, e quindi mi sono infilata all'Oviesse Industries.
Tutto nero. Almeno mi ci potevo mimetizzare. Ravano tra i reggiseni, cerco calzini colorati, salgo un pò su nel negozio di Bata. Trovo una maglietta di un bellissimo colore. Mi serve, un colore vivace: e magari posso ricamarci qualcosa. Pantaloncini che sarebbero deliziosi sul body. Mah. Li lascio... si vedrà. Per ora prendo solo la maglietta.
Scendo e mi dirigo verso la cassa, c'è una donna coi capelli rossi che non so se era avanti, veramente non è che mene importi granchè: prego passi pure. Una signora dal grosso cappello di paglia paga al commesso... non si schioda più: guardo attorno, gli orecchini... cianfrusaglie... braccialetto in finto turchese, non capisco se è plastica... una bambina di sette-otto anni, viso largo, naso piccolo, zigomi quasi piatti; divarica le punte dei piedi, unisce le mani di fronte a sè, prova a girare... barcolla.
Riprova. le mani morbide come a tenere con delicatezza un grosso pallone... lo sguardo si concentra... su, in alto. Quasi. Ma la testa gira col corpo, e non funziona.
Rimango qualche secondo combattuta, ma il post it con scritto fatti i fatti tuoi, come mi dice S., non l'ho ancora attaccato. Quindi decido ed è un attimo: "il trucco è di fissare un solo punto" le sussurro, e lei mi guarda come se mi riconoscesse. Mi fa anche cenno di sì con la testa. "Giri il collo così, fino al massimo, e poi scambi più veloce possibile tornando a guardare quel punto". Mentre le dico questo, le faccio vedere. Il cappello di paglia si muove verso di lei: passa, la prende per mano e cammina verso l'uscita. Lei si gira e mi sorride: io pure.

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