mercoledì 9 marzo 2011

Scotch carta per tenere sempre i valori universali

Si chiama Zohra.
Ha un viso come tanti, nessun particolare fascino orientale... carnagione d'ambra, un fazzoletto di preferenza azzurro che le incornicia sempre il volto. Quando mi è venuto in mente di riciclare il vecchio calendario dell'anno passato con le facce in primo piano di quegli splendidi bambini - uno per mese - ritagliandole ed abbinando ad ognuno una frase della Costituzione Italiana, non c'era ancora nessuna avvisaglia di rivolta in Libia. E giuro che non l'ho fatto apposta a mettere proprio la traduzione in arabo sotto all'articolo 3. L'ho trovata, sul sito dell'ufficio, e nei ritagli di tempo, ne ho abbinato ogni tanto alla frase italiana la rispettiva in russo, o in tedesco... mi piaceva l'idea che tutti potessero fruirne. Però lo sapete, io sono politically distract, non sono solita seguire la politica estera, mea culpa, neanche quando succedon macelli, perchè mi sento impotente... Perciò è stata una sorpresa scoprire la ragione per cui quella donna col fazzoletto azzurro che avevo visto già un paio di volte per lavoro, mi avesse salutato così.
Mi ha offerto la mano, traendomi a sè, e siamo scivolate in un cordiale scambio di baci sulla guancia, così naturale, privo di alcun pudore, così umano, fraterno, continuo, che non ho avuto il tempo di sentirmi estranea a questa donna. Mi aveva detto poco prima che la traduzione era giusta. Aveva letto l'articolo, e mi ha dato segno del suo affetto come fosse un ringraziamento che io ho riconosciuto nello stesso istante in cui la cosa, velocissima, si è verificata. Non è comune che un utente, seppure lo si sia visto già un paio di volte, saluti con questo trasporto chi accoglie la pratica. Oltretutto, non è affatto comune che io legga la cosa come perfettamente normale e priva d'imbarazzo, se mi conoscete... ! Tanta fortuna, Zohra. Spero che il tuo popolo possa condividere col mio una libertà e un insieme di valori che sono universali. Perchè siamo dello stesso popolo.

Si chiama Zohra. Bello. Se non si chiamava già Syria, la chiamavo così, la mia gatta.

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