sabato 30 aprile 2011

scotch carta sui pini di Scandicci - 2

Non è una battaglia di Stelvio... è anche la battaglia di tutti quelli che come me cercano una giustificazione a un gesto che appare a primo acchito incomprensibile, barbaro, straziante. Forse c'è un motivo ragionevole perchè questi alberi sono stati smembrati, forse c'è una giustificazione, o forse no, ci sono motivi di altra natura, forse ci convincono, forse no... ma proviamoci, almeno, a metterci in gioco, senza limitarsi a dire "piove governo ladro". Chiediamo a chi di dovere perchè piove... in modo civile, cercando di costruire un dialogo che possa essere costruttivo da entrambe le parti. Forsè e qualcuno, dopo aver letto questo dialogo, penserà che le motivazioni sono valide, forse qualcuno non cambierà idea. Io mi accontento di tentare una strada. Solo una strada, all'ombra dei pini...



Salve,
vorrei sapere le motivazioni che hanno portato recentemente al taglio di numerosi pini nei pressi di via San Bartolo in Tuto.
Credo che un intervento così drastico debba essere giustificato da impellenti necessità di sicurezza, che spero vogliate
illustrarmi.

Cordialmente,

Monica Musicò.




Gentile Sig.ra Monica, innanzitutto ci tengo a precisare che la decisione di abbattere i pini pericolosi nei pressi di via San Bartolo in Tuto e da altre parti della città, non è stata presa a cuor leggero, ma si è resa necessaria ed urgente soprattutto dopo le ultime nevicate e lo stato di generale pericolosità per la pubblica incolumità di quel tipo di albero. Scandicci si è sviluppata in modo tumultuoso negli anni '60 senza che a quei tempi ci si ponesse troppo, per mille motivi, il problema di quali avrebbero dovuto essere le piante adatte all'ambiente urbano. Sappiamo ormai tutti che il pinus pinae non è una specie compatibile perchè l'asfalto e l'eccessiva pavimentazione ne ostacolano lo sviluppo equilibrato. A questo si deve aggiungere che negli anni in cui furono piantati, non si è tenuto in considerazione quello che in gergo tecnico si chiama il "sesto d'impianto", e cioè il rispetto degli spazi per permettere a questi alberi di crescere sani, con il risultato finale ben visibile oggi a tutti: pini con tronchi troppo snelli per sostenere la chioma e quindi eccessivamente fragili una volta raggiunto il periodo adulto. Il carico della neve su alberi che, tra l'altro, vivono generalmente sulle coste e quindi non sono abituati ad abbondanti nevicate, ha poi spezzato molti rami e sbilanciato ulteriormente le chiome di numerosi esemplari presenti in città. Il vero e proprio colpo di grazia è arrivato con l'ultima abbondante nevicata del dicembre 2010 e da li la drastica, dolorosa ma necessaria decisione di prevedere un piano di abbattimenti graduale delle piante pericolose. Come ha visto ad ogni abbattimento viene sostituita una o più nuove piantumazioni di specie idonee come lecci e bagolari.
Cordialmente, Simona Bonafè - Assessore all'Ambiente



La ringrazio per la pronta risposta, che ho apprezzato e che mi dà modo di guardare al problema con nuovi strumenti di valutazione. Devo tuttavia rilevare che il fenomeno della nevicata dello scorso inverno è da considerarsi evento non frequente, in questa città. Mi chiedo se una manutenzione regolare della chioma non potesse essere sufficiente: il bilancio tra il valore ecologico di questi alberi e la frequenza di un evento meteorologico di tale portata mi pare nettamente a favore del primo termine di paragone. Tuttavia, capisco che un cittadino privo di nozioni tecniche specifiche come me possa incorrere in errori di valutazione sull'opportunità o meno di interventi così delicati.
Auspico comunque una sensibilità sempre crescente da parte dell'Amministrazione verso queste problematiche, e colgo l'occasione per augurarLe una buona Pasqua.

Monica Musicò.



Purtroppo nei casi dei pini abbattuti, la manutenzione non era sufficiente poichè il carico di neve dello scorso inverno aveva spezzato diversi rami e sbilanciato troppo le chiome. Comunque torno a ribadirle che non sono decisioni che prendiamo a cuor leggero, ma davanti al dovere di garantire prima di tutto la pubblica sicurezza, non possiamo assumerci rischi. La ringrazio della comprensione e dell'auspicio che non deluderemo (spero!). Cordialmente, Simona Bonafè

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