giovedì 8 dicembre 2011

Firenze bottegaia

Vieni, vieni con me. Attenta a non inciampicare, ci manca una lastra di pietra, qui. Lo sai, prima i marciapiedi eran tutti così, di pietra serena. Ci pensi li facevano a mano gli scalpellini... vieni, vieni... si passa a prendere prima un latte caldo da Giacosa, che ancora un l'ha comprao Cavalli... Vedi qui? C'è i ferraiolo, fa i ferro battuto. L'odore del ferro arriva fino a fori. Ma l'odore della gommalacca l'è più fastidioso, senti qui... l'è i falegname, sai, e l'odore di legno ti entra nì cervello... e senti che casino gli fa con i toppì. Guarda che strucinio di segatura c'è fori. Stai attenta, le seggiole messe lì son ancora fresche. Quelle invece, le mandano a impagliare in via Panicale. Guarda belline quelle francesine messe ad asciugare fori della bottega dell'intagliatore... son fatte bene, eh. I mi babbo le sapeva fare, è andato a bottega quando aveva diciott'anni. All'inizio dice ti facevano fare i lavoretti piccoli, tipo le nappine finte di legno per rifinire i mobili, sai, anzi, i primi giorni un ti facevan toccà proprio nulla, tu guardavi e basta. I parrucchiere di via Guelfa, Enzo, mi raccontava che quando l'è andato a bottega lui, e spazzava i capelli solamente: gli è passao un anno, prima che si fidassero a fagni toccà una testa d'un cliente! Figurati i soffiatore di vetro che c'è alla stazione, quanto ci dev'esser stato prima di poter provare... e poi, i segreti dell'arte, eh... e mica li dicevan subito ai ragazzi, sai? Tipo: guarda quelli che stanno portando quella lastra di vetro (sta attenta): si vede l'è fatta colla patata, e gli viene quell'effetto striato colle bolle... dev'essere la vetrata di una porta, chissà in quale casa va. Case di ricchi, mica come noi, che si va da Pilade in via Verdi, a fassi risolà le scarpe... quando tu lo vedi, ti fa una tenerezza, che s'affaccia da quella nicchia ... io dico gli avrà ottant'anni, l'è ancora a lavorare. Come Vitaliano, che rifinisce i cuoio, anche lui l'è frollao, ma lavora benino... quand'ero piccola m'ha regalato una cintura dorata con una punta davanti che mi sembrava d'essere una principessa... chissà indove l'è finita. A proposito, guarda indove le son finite le francesine: dall'ammannitore. E si respira più gesso lui, c'avrà polmoni bianchi, quell'omo. C'è un puzzo di colla di coniglio, in quel bugigattolo... una volta passata l'imprimitura a pennello, poi, le francesine le mandano da i doratore... eh... una volta c'era i Quarti, co su occhi azzurri... lo chiamavano "i maestro" perchè insegnava a tutti l'antica tradizione della doratura fiorentina a foglia oro... la missione... la mecca... tutto. L'era di què vecchi doratori che prendevano la foglia oro con un pettinino di visone unto tra i capelli... Unn'ho ma capito comeffanno d'estate, e ci moian di cardo in bottega, e un possan aprì nemmeno le finestre, che gni vola la foglia d'oro. L'oro lo piglian dai Manetti, i battiloro, che si vantan d'esser discendenti dè fornitori di Cimabue. Ma che ci credi te? Sìe, Cimabue... ora tanto, la gente e un sa più nulla. L'è colorata con la vernice dai cinesi? E l'è uguale... e l'è doraha, e costa meno.




Ieri mio padre è andato in centro per lavoro. Gli hanno detto che due intagliatori sono chiusi, l'antiquario pure, e via dicendo... sono tutti alla canna col gas. Ciò che più mi dispiace, è che mia sorella non abbia visto quello che ho potuto vedere io, e respirare gli odori che ho respirato io, ascoltare i rumori delle botteghe. Sì, perchè una volta, le botteghe facevano rumore. Mia madre, si dimostra moderna ancora una volta: "ha visto altre cose. Le cose cambiano".



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