lunedì 19 dicembre 2011

Tre arance

Mancano tre nomi nei miei ringraziamenti, e non è un caso. E' che dovevo farlo, e sono in ritardo. Tra l'altro, volevo pubblicare delle foto, lo farò.
Pensando a loro, mi venivano in mente tre arance che stanno maturando... da una parte sono colorate, dall'altra ancora la buccia non ha preso quella tipica tonalità calda. Eh... sono giovani, più o meno della stessa età... per loro una cosa del genere non era solo difficile da affrontare in quanto tale. Avvertivo che la cosa più difficoltosa era ai loro occhi pensare a come relazionarsi con me. Da che parte si prende quest'argomento? Come si avvicina, come si acchiappa, come si fa a parlarne, come si condivide senza averne avuto esperienza? Vedevo una specie di timor sacro da parte di queste giovani donne, nell'avvicinarsi a me, sebbene non avessi un granchè di esperienza in più. Lo giustificavo col fatto che c'è qualcosa di misterioso e non ancora conosciuto, nel concepimento, che in qualche modo deve intimorire e creare una sorta di transfert... "cosa-farò, cosa-potrei-essere-anch'io".

Un'arancia si sedeva accanto a me e cercava di far finta di nulla. A un certo punto, ha pensato che mi potesse dare un consiglio: "mutande grigie", perchè si vedono meglio le gocce d'acqua. Sembra prosaico, ma è stato un bel modo di aiutarmi concretamente.

Un'arancia, cercava di essere dura perchè era la più matura di tutte, ma questo è il peggior modo di prendermi in certi frangenti. Si beccava le cazziate, quindi, ma ciò che conta è che non perdeva il filo che abbiamo strinto quando le mettevo le margherite tra i capelli: continuava a starmi vicino, e finiva col guardarmi pure le mutande. Lo avrei fatto anch'io per lei (e non solo guardarle le mutande!).

Un'arancia entrava in punta di piedi nella stanza dell'ospedale, con lo sguardo basso, simile quasi a quello degli adolescenti quando passano davanti a uno sconosciuto. Ma cercava sempre di sorridere nonostante l'imbarazzo di non saper come affrontare una discussione in una tale situazione. A me quel sorriso bastava e faceva tanto.

Un'arancia era mia sorella, ma lei qui non c'entra.

2 commenti:

  1. L'altro giorno, camminando per Scandicci, anch'io ho incrociato un'arancia in mutande! Le ho chiesto cosa pensava dell'attuale situazione politica, ma mostrava di non capire e mi guardava come se fossi una banana in topless! Capii che era un'arancia islandese e che in Italia faceva la mondana... Decisi allora di andarmene liscio-liscio, come una melanzana in canottiera. Certo che oggi succede di tutto e capita perfino di avere un Parlamento pieno di vecchie carrube che sghignazzano mentre si chiedono "cosa possiamo fare per rubare ancora di più ai piselli dai calzini rossi che pagano le tasse?". Che mondo melanzana!

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  2. :-)), ma questi sono temi più impegnativi... io mi limito alle arance del mio orticello, qui...

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