martedì 24 aprile 2012

Inganni, incanti e rimosso sociale

"Occorreva anche la dedizione totale, una dedizione alla morte così incondizionata, che sentì le teste dei morenti penetrare il suo grembo e si rese conto di doverli portare nel ventre gravido da una vita all'altra - e a tratti il suo passo era talmente pesante che sotto di esso i detriti della landa cedevano. Minacciavano di sprofondarla nella morte e di paralizzare ogni sua resistenza. Ma proprio in quel punto i morenti presero a dolere così indicibilmente nel suo ventre che essa si afferrò alle rocce e a più riprese cercò, con atti carezzevoli, di quietarlo e di prendere su di sé la pena di quell'attraversamento della morte. Ma ecco, la morte altro non era che la landa spenta a cui strappare con tutto il suo tormento un'unica lacrima rigeneratrice - nella landa risvegliata alla vita avrebbe allora potuto ripartorire i morenti. "

Barbara Frischmuth, da "Inganni e incanti di Sophie Silber".

Una volta i papà non assistevano al parto. Erano tenuti in disparte, come se tutto quello che coinvolgeva la madre fosse appannaggio della sola altra metà del cielo. Gli uomini non sapevano nulla di massaggi per aiutare la propria compagna ad alleviare il dolore, talvolta neppure erano a conoscenza di dettagli così evidenti come "rottura delle acque" o tempi di contrazione. Si pensava che il bambino, come ha avuto a dire con una felice espressione il mio capufficio, "cadesse giù dal cielo". Mio padre mi ha raccontato di un film che ai suoi tempi portò alla ribalta per la prima volta il problema: si vedeva una donna che partoriva urlando... dice che molti uscivano dalla sala cinematografica, ai tempi, senza terminarne la visione: erano per lo più uomini.
Ebbene, oggi i papà partecipano.  E cominciano a rendersi conto della bestialità di questa fase della vita della donna. Il dott. Mello (Gravidanze a Rischio Ospedale di Careggi), alla mia domanda sui dolori del parto, mi disse che questo dolore deve essere necessariamente quantomeno sopportabile, "altrimenti la natura avrebbe previsto un canguro". Già. Ma la natura zoppica, nei confronti della specie umana. Non so perchè, ma ho la sensazione che l'uomo si sia talmente allontanato  dalla natura, da perderne la tutela in quella situazione così delicata. E' come se tale avvenimento fosse proprio al limite delle possibilità. In altre parole: non ci stai dentro comoda, non sei guidata da una forza occulta ed istintiva... non senti che tutto andrà bene perchè deve andare in quella direzione. Non esiste in natura nessun altro animale che abbia bisogno di un altro animale che lo guidi nel partorire (dicesi ostetrica).
Quando si va a trovare una neomamma, non ci si concentra mai abbastanza su di lei. Il peggio ormai è passato, diciamo quel "come stai alla madre quasi come lo diciamo a un vicino incontrato per strada, dopo la nascita del bambino... piuttosto si chiede il peso del neonato, quando lo si va a vedere. Nella maggior parte delle volte in cui andrete a trovare una donna che ha appena partorito, questa avrà un gran bruciore sotto, scoppierà a piangere senza motivo e voi metterete da parte tutta una serie di conoscenze sulle circostanze  traumatiche che hanno precorso il cosiddetto "lieto evento", come se tutto quello che precede la nascita non fosse mai stato vissuto. E lei, di lì a poco, lo dimenticherà (benedetti ormoni). Nel considerare questo, quasi presa da un vortice di emozioni, di sentimenti confusi, altalenanti, penso a lei che urlava alle ostetriche "allora, si vede questa xazzo di testaaaa?!!!"; penso a lei che non si è portata a casa che una cicatrice come la mia; penso a lei che dice "lo ricorderò sempre come un dono della natura", e a te che stai finendo "il tempo". Penso a lei che in macchina era già dilatata di otto centimetri, e l'ospedale era lontano; penso alla ragazza morta di cesareo recentemente, penso a me, a Claudia, ad A. che ha avuto la placenta infartuata, a G. che ha fatto cinque cesarei... ad S. e ai suoi problemi di piastrine, a V. col coumadin, a te che ti sposi e ci stai pensando... penso alla ragazza incontrata dalla pediatra, che mi diceva "lei me l'hanno tirata fuori col vacuum, per una settimana non mi sono seduta", sempre a lei che quando ho risposto "lo sai cosa mi fa paura?" senza neppure conoscerla, mi ha risposto "lo so: la stessa cosa la dovrà passare lei".

2 commenti:

  1. con questo allarmismo, nessuna donna che abbia letto questo post farà mai un figlio! Hai appena dimezzato le nascite!! :D

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  2. Nossignore. Tra tutte ce n'è una: mi ha detto "lo ricorderò sempre come un dono della natura".

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