venerdì 14 agosto 2015

W Maria

Una volta mi decisi ad andare. Non c'era nessuno in casa che avrebbe potuto accompagnarmi. Mi decisi ad andare da sola nonostante i tuoi tentativi di farmi desistere. Mi vestii a velocitá supersonica per evitare che la mia consuetudine all'inazione avesse il tempo di emergere, influenzata dalle tue paure. Scesi le scale, corsi verso la fermata dell'autobus. Pensai di essere al sicuro, ormai, sulla strada rovente, dalla tua disapprovazione ingiustificata e dalla mia facile tendenza alla rinuncia. Ricordo la sorpresa che ebbi nel vederti scapicollarti decisa a tutto, comicamente agile nei tuoi 90 chili a fiorellini. Non credevo davvero che ti saresti spinta fino a scendere sulla strada principale, e, dopotutto, ero giá una ragazza. Non ricordo mai di averti vista correre così in tutta la tua vita. Forse è per questo che ho davanti a me il modo furioso in cui tentasti di raggiungermi nonostante l'obesitá e gli acciacchi. Nessun rimprovero, quando mi raggiungesti: una tacita complicitá. Non ricordo il tragitto, solo la tranquillità di un viaggio. Non ricordo la folla, l'attesa, lo scoppio, nè la tua espressione durante la cascata dei bigliettini colorati. Forse mi insegnasti tu che le coperte vengono stese sul balcone 'per benedizione', ma non lo ricordo. Ho registrato solo la tua folle corsa.

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